Scalco, Luca: Ritratti funerari di famiglia tra Roma e le Alpi. Costruire la memoria personale nell’Italia romana. 556 p., 21x29,7 cm, Isbn: 978-88-6938-293-2, 70 €
(Padova University Press, Padova 2022)
 
Reseña de Paolo Bonini, Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia
 
Número de palabras : 2573 palabras
Publicado en línea el 2024-02-21
Citación: Reseñas HISTARA. Enlace: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=4745
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     L’esponenziale diffusione dei social networks ha accelerato e promosso enormemente le possibilità di visione e scambio, anche simultaneo, di fotografie personali: proprio la loro pubblicazione di fronte ad un pubblico indistinto e potenzialmente universale ha rivelato alla consapevolezza collettiva quanto peso abbia ormai, nella società contemporanea, la comunicazione per immagini. Dai selfie solo apparentemente scattati per caso durante la vita quotidiana, fino alle studiatissime inquadrature che i fotografi professionisti elaborano per le campagne pubblicitarie, le immagini orientano i gusti, spingono i consumi, propongono modelli di comportamento ed offrono una rappresentazione di persone e stili di vita molto spesso più presunti che reali.

 

       Per quanto il fenomeno sia esploso negli ultimi decenni, la comunicazione per immagini vanta, in realtà, una storia plurisecolare: già gli antichi Romani, infatti, ne furono maestri e fruitori, come hanno mostrato, fra gli altri, eminenti studiosi del calibro di Tonio Hölscher, Salvatore Settis e Paul Zanker. Proprio lungo questa linea di ricerca gli archeologi vanno sempre più spesso arricchendo in chiave interdisciplinare gli studi di tipo storico-artistico che caratterizzano la disciplina fin dai suoi albori.

 

       In questa prospettiva si inserisce anche la recente monografia di Luca Scalco, giovane collaboratore dell’Università di Padova, che pubblica proprio per i tipi della Padova University Press la rielaborazione del lavoro condotto nell’ambito del dottorato di ricerca in Storia, critica e conservazione dei beni culturali. Al centro dell’indagine si colloca la rappresentazione della “famiglia” nei monumenti funerari romani documentati in Italia fra Roma e le Alpi (più in particolare, nei territori che corrispondevano alle Regiones augustee V-XI), nel vasto lasso di tempo compreso fra il I secolo a.C. e l’incipiente tarda età imperiale (pp. 32-33). Scopo centrale dell’indagine è, appunto, chiarire in che modo la committenza dei rilievi funerari – che in genere sembra essere riconducibile ad una classe “media” (p. 30), ossia a personaggi che non ricoprono cariche di vertice ma sufficientemente danarosi – desiderasse fissare per sempre sulla pietra la memoria di sé come gruppo familiare.

 

       Il volume si apre con una suggestiva prefazione a firma di Monica Salvadori (pp. 9-15): sulla scia di spunti letterari moderni e attraverso esempi di raffigurazioni funerarie tratte dal repertorio artistico romano provinciale, la studiosa sottolinea e corrobora la validità dell’approccio assunto da Scalco.

 

       L’introduzione, molto densa, delinea gli orizzonti entro i quali la ricerca si colloca (pp. 17-36). Ne dichiara le premesse, tratteggiando il panorama degli studi sul tema, richiama le principali fonti letterarie e giuridiche a definizione del concetto di “famiglia”, assume uno sguardo antropologico e sociologico per inquadrare il problema; definisce poi la finalità del lavoro, la cui base fondamentale è la selezione di un corpus di segnacoli che costituiscono il materiale per l’analisi. Cruciale è la precisazione dei criteri che hanno orientato la selezione dei 634 monumenti funerari presentati in coda al testo: il catalogo, scandito per regiones, si compone di sintetiche schede sempre accompagnate da fotografie di qualità (pp. 237-455). Emerge fin da subito in modo evidente la complessità dell’approccio, al contempo analitico e sistematico, assunto dall’autore, che si avvale anche di strumenti di rielaborazione grafica per rappresentare la distribuzione cronologica e geografica dei diversi aspetti discussi. Forse proprio la difficoltà di inquadramento dei fenomeni indagati ha suggerito di ricorrere, in ogni capitolo, ad un ricchissimo corredo di immagini, carte tematiche, grafici e tabelle, che rappresentano un utile facilitatore della lettura, anche perché sempre ottimamente impaginate in relazione al testo.

 

       Non essendo possibile, nello spazio concesso ad una recensione, seguire dettagliatamente la varietà e la profondità delle problematiche discusse, sembra ragionevole illustrare l’impostazione e abbozzare i contenuti dei capitoli che strutturano il volume. 

 

       Il primo affronta l’esame dei monumenti in quanto supporto dell’immagine funeraria (pp. 37-67). Dapprima se ne passano in rassegna le tipologie (rilievi, altari e cippi, stele, gruppi statuari), definendo per ciascuna la diffusione in chiave topografica e cronologica. Si esaminano poi l’impaginazione del ritratto funerario sul suo supporto, l’organizzazione in uno o più registri, la presenza di immagini accessorie (siano esse di tipo mitologico, sacrale oppure legate al lavoro ed allo status del committente). Una disamina tanto analitica non manca di produrre risultati. In primo luogo ha il merito di incrinare la visione tradizionale che considera saldamente distinte la produzione urbana e quella cisalpina, ciascuna di per sé omogenea al proprio interno e sostanzialmente stabile sul piano cronologico: l’indagine, al contrario, valorizza le sfumature e la variabilità dei singoli contesti, all’interno dei quali emergono tendenze peculiari (interessante in quest’ottica, al esempio, l’osservazione per cui in Cisalpina sono le zone adriatiche a recepire più precocemente modelli italici ed orientali, che più lentamente e con minore efficacia sembrano penetrare nella pianura verso occidente). Un elemento comune, però, emerge sugli altri: nel corso del tempo i segnacoli manifestano un tendenziale aumento della complessità, segno delle crescenti esigenze di autorappresentazione che i committenti maturano in una competizione sociale via via più serrata.

 

       Il secondo capitolo focalizza l’immagine funeraria familiare e ne indaga gli schemi iconografici (pp. 69-128). L’immagine è assunta quale dato materiale e, dunque, i criteri che definiscono gli schemi iconografici sono stati desunti all’interno del campione in catalogo, che in effetti manifesta un alto tasso di serialità. In tal modo si evita di ricorrere a categorie interpretative a priori, che rischierebbero di forzare la lettura del documento archeologico in rapporto alle definizioni teoriche di “famiglia” che sono offerte principalmente dalle fonti letterarie. Non senza trascurare il potenziale informativo delle epigrafi (che possono assumere talvolta un valore didascalico rispetto all’immagine), a delineare gli schemi sono in primo luogo aspetti oggettivi quali il numero dei ritratti, la loro reciproca disposizione e la ricorrenza di altri temi, come il banchetto funerario o scene desunte dalla vita quotidiana. Rispetto alle scelte iconografiche della committenza, l’autore dapprima delinea le differenti tendenze che emergono in area urbana (con proiezioni sul Tirreno e verso l’Appennino) e in area padana, ne segue poi l’evoluzione in chiave diacronica e assume infine una prospettiva di tipo sociologico nel tentare di comprendere quali preferenze esprimano le tre macrocategorie di committenti che presentano se stessi come “patroni”, come “coppia” o come “figli”. Particolarmente esplicative risultano le tavole apposte in appendice al capitolo, quale complemento alla discussione dei risultati.

 

       Il terzo capitolo scende ancor più nel dettaglio e considera tutti gli elementi accessori che furono impiegati per individualizzare le immagini di famiglia: vesti, attributi, gesti (pp. 129-178). Dapprima si discute la caratterizzazione delle singole figure, maschile e femminile. Attraverso il ritratto funerario l’uomo si presenta ora come cittadino, ora come soldato, ora assume perfino tratti di tipo eroicizzante. Proprio la posa, le vesti e gli attributi definiscono di volta in volta la classe d’età, il ruolo familiare e sociale che egli rivestiva quando era in vita (o rispetto al quale desiderava comunque essere ricordato dopo la morte). Molto diversa è, naturalmente, l’immagine che la donna offre di sé, per lo più legata al ruolo di matrona e perciò signora della casa. Tuttavia la costruzione della memoria familiare passa, soprattutto, attraverso la relazione che l’immagine instaura fra le diverse figure presenti sul segnacolo: allo scambio degli sguardi e al contatto fisico fra le figure sono dedicate le pagine più significative, nel tentativo di cogliere l’eco di quei rapporti umani, un tempo vivi e pulsanti, che ora sono solo allusi dalla fredda pietra.

 

       Forte dell’analisi condotta ad un livello tanto raffinato, l’autore cerca poi, nel quarto capitolo, di riorganizzare il materiale per proporre una lettura integrata che metta a fuoco la sfaccettata idea di famiglia, nella dinamica interazione fra situazione reale e situazione rappresentata (pp. 179-235). Pur con le difficoltà ed i limiti di cui l’autore è ben consapevole e che di volta in volta è attento a precisare, la messe di informazioni è ricomposta in un’altra prospettiva rispetto ai capitoli precedenti, così da leggere le rappresentazioni sui segnacoli in rapporto alla composizione sociale della committenza ed alle sue intenzioni comunicative, che appaiono diverse nelle aree indagate. A Roma sono prevalentemente i liberti a fissare sulla pietra l’immagine del proprio gruppo familiare, nella Venetia questa esigenza sembra, invece, riguardare per lo più i nati liberi; fra questi due poli si collocano le altre regioni, con variazioni locali, anche in rapporto alla cronologia. Differenze di genere, classi d’età e ruolo all’interno del gruppo familiare agiscono poi come ulteriore elemento di trasformazione, sebbene la gerarchia familiare sia pur sempre ben chiara e dominata dalla figura maschile. Proprio le variabili sociali e biografiche di ciascun committente sono gli elementi che si trovano infatti sempre ad interagire con le consuetudini e le pratiche “di bottega”, tanto da rendere impossibile, per lo studioso moderno, stabilire meccaniche corrispondenze fra il ceto sociale della coppia raffigurata e il tipo iconografico scelto per la rappresentazione funeraria.

 

       Le succinte conclusioni (pp. 231-235) ricapitolano, in chiusura del discorso, i risultati raggiunti e tratteggiano in chiave diacronica quanti e quali modi esistessero nel vivere la famiglia e mantenerne la memoria oltre la morte.

 

       Completano il volume il già citato catalogo dei segnacoli analizzati (pp. 237-455), l’indice dei rimandi ai principali corpora iconografici (pp. 457-459), l’indice dei rimandi ai principali corpora epigrafici (pp. 460-462), l’indice dei luoghi (pp. 463-465), l’indice delle cose notevoli (pp. 466-467) e la bibliografia (pp. 469-553).

 

       La monografia di Luca Scalco mostra quanto gli studi sull’immagine, certo rinvigoriti da prospettive antropologiche e sociologiche, possano ancora contribuire alla conoscenza del mondo romano. 

 

 

Sommario

 

TUTTI I VOLTI. UNO SPACCATO DELLA SOCIET À ROMANA ATTRAVERSO L'ANALISI DEI ‘RITRATTI DI FAMIGLIA’ (Monica Salvadori)

 

INTRODUZIONE. APPROCCI DI ANALISI DELLA FAMIGLIA ROMANA: ALCUNE QUESTIONI PRELIMINARI

  Archeologia dello studio della famiglia romana

   Rapporti familiari tra norme dei vivi e usanze dei morti

       Patresfamilias: la formazione della coppia e le auspicabili conseguenze

       Cerchie di parentele tra "realtà" demografica e sopravvivenza alla morte

   Per uno studio delle "famiglie di pietra": obiettivi, dati e struttura dell'analisi

 

I - IL SUPPORTO DEL RITRATTO: STRUTTURE E MODE DECORATIVE



       1. Forme monumentali

             1.1 Rilievi

             1.2 Altari e cippi

             1.3 Stele

             1.4 Gruppi statuari

        2. Oltre il tipo monumentale: altri elementi di impaginazione del supporto

             2.1 Registri singoli e multipli

             2.2 Le forme del ritratto: diffusione, compresenza, duplicazione

        3. Il contesto figurativo della famiglia

             3.1 Elementi generici e mitologici

             3.2 Elementi sacrali

             3.3 Elementi relativi allo status e al lavoro

        4. Una geografia dai confini aperti

 

II - LA FIMIGLIA A COLPO D'OCCHIO: GLI SCHEIM ICONOGRAFICI

        1. Forme e contesti diversi, approccio unitario

              1.1 Il ritratto tra fisiognomia, distinzione  generazionale e pratiche di bottega

              1.2 Dalla figura alla didascalia? Approccio quantitativo e soluzioni operative

        2. La teoria di ritratto

              2.1 Schemi a 2 ritratti

              2.2 Schemi a 3 ritratti

              2.3 Schemi a 4 ritratti

              2.4 Schemi a 5 ritratti

              2.5 Schemi a 6 ritratti

              2.6 Schemi quadrangolari

              2.7 Schemi triangolari

              2.8 Schemi romboidali

        3. Altri temi

              3.1 Il banchetto funerario

              3.2 Vita familiare

        4. Altri temi

              4.1 Tra omogeneità regionali e Zeitgesicht familiare

              4.2 Rapporti personali e norme di "comportamento" iconografico

        5. Appendice. Distribuzione degli schemi iconografici

 

III - OLTRE LO SCHEMA: VESTI, ATTIBUTI, GESTI DEFINIZIONE FAMILIARE

 

        1. Cives e gerarchia: vesti e attributi maschili

              1.1 Vesti maschili: distribuzione generale

                 Toghe

                 Tipi militari ed eroizzazioni

                 Mantelli e tuniche

                 Nudi e busti privi di vestiti

              1.2 Associazioni e semantica razionale

              1.3 Pose ed attributi

                 Pose maschili a complemento della veste

                 Attributi e indicazioni generazionali

        2. La matrona e le mura domestiche: vesti e attributi femminili

              2.1 Vesti maschili: distribuzione generale

                 Tunica e palla

                 Tunica

                 Stola e toga

                 Nudi e busti privi di vesti

              2.2 Associazione e semantica relazionale

              2.3 Pose ed attributi

                 Pose femminili tra tip di statuari e ruolo familiare

                 Attributi e indicazioni generazionali

        3. Gesti e relazioni: una questione di famiglia

              3.1 Sguardi

                Sguardo incrociato

                Sguardo monodirezionale

                Sguardo discosto

              3.2 Dextrarum iunctio

              3.3 Contatti fisici

                Abbraccio

                Mano sulla spalla

                Mano sulla croce

                Altri gesti

        4. Abiti e gesti: due modi di integrazione iconografica

 

IV - RITRARRE UN'IDEA DI FAMIGLIA TRA PRODUZIONE SOCIALE E PERSONALIZZAZIONE DELL'MMAGINE

 

        1. Status sociale e contesto di fruizione

              1.1 Persone, monumenti, ambiti

              1.2 Unioni coniugali, serie di schemi e polisemia iconografica

              1.3 Famiglie di città, famiglie di campagna

        2. Rinegoziare lo schema per lavoratori, committenti e defunti

              2.1 Occupazione professionale ed enfasi iconografica

              2.2 Il committente tra potere decisionale e ruolo familiare

                Coniugi

                Genitori

                Figli e fratelli

                Patroni e liberti

              2.3 Morti-viventi: una dialettica complessa

        3. Patresfamilias, pietas e gerarchia: struttura dell'immagine funeraria

              3.1 Il valore del colpo d'occhio e la prospettiva relazionale

              3.2 Ubi tu Gaius ego Gaia: complementarità di genere

              3.3 Faliifamilias tra "orgoglio" genealogico e subordinazione

              3.4 Buoni rapporti domestici per immagini gerarchiche

        4. Patresfamilias, pietas e gerarchia: struttura dell'immagine funeraria

              4.1 Immagini sepolcrali e profili demografici

              4.2 Famiglie sintetiche e accesso alla sepoltura

              4.3 Sepulchra come contesti: un problema più vasto

 

CONCLUSIONI

 

CATALOGO

        Roma e dintorni

        Regio VII - Etruria

        Regio VI - Umbria

        Regio V - Picenum

        Regio VIII - Aemilia

        Regio X - Venetia et Histria

        Regio XI - Transpadana

        Regio IX - Liguria

 

INDICE DEI RIMANDI AI PRINCIPALI CORPORA ICONOGRAFICI

INDICE EI RIMANDI AI PRINCIPALI CORPORA EPIGRAFICI

INDICE DEI LUOGHI

INDICE DELLE COSE NOTEVOLI

BIBLIOGRAFIA