Frommel, Sabine (a cura di): Crocevia e capitale della migrazione artistica : forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secoli XV-XVI). 499 p, ISBN 88 7395 572 6, 45 €
(Bononia University Press, Bologna 2010)
 
Compte rendu par Giulia Savio, Università degli Studi di Genova
 
Nombre de mots : 1355 mots
Publié en ligne le 2011-06-30
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Nato dalla collaborazione fra la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna con il Centro Studi sul Rinascimento e con l’École Pratique des Hautes Études, il volume di atti, qui recensito, raccoglie gli interventi inerenti le indagini sulla città di Bologna e in particolare sulla proficua migrazione, interazione e collaborazione artistica che vide la città, i suoi abitanti e i forestieri che vi soggiornarono protagonisti in un arco di tempo fra il Rinascimento e il Settecento (il testo affronta esclusivamente il XV e XVI,  secoli successivi saranno affrontati in due futuri convegni).

 

          L’opera, di ampia impostazione, si prefigge l’obiettivo di offrire allo studioso, così come al lettore colto e interessato, uno strumento utile al fine di approfondire alcune tematiche fino ad ora trattate in maniera episodica. Dopo una lunga e chiarificatrice introduzione della curatrice e presidente del Comitato scientifico Sabine Frommel, nella quale l’autrice sintetizza i principali avvenimenti che fecero di Bologna un centro nevralgico della cultura umanistica, con un occhio di riguardo alla storia dell’arte del XVI secolo,  il volume si sposta su argomenti più specifici approfondendo quattro macro tematiche (I. Cultura a Bologna dalla metà del Quattrocento alla fine del Cinquecento, II. Prospettiva, Antiquaria, Incisione, III. Architettura e fortificazioni, IV. Bologna e l’Europa: casi emblematici nella cultura artistica bolognese del XVI secolo).

 

          Ogni macrosezione raccoglie saggi di docenti e studiosi italiani e stranieri che sviluppano e focalizzano l’attenzione su alcuni nodi fondamentali della vita artistica e culturale bolognese attraverso testimonianze e documenti talvolta inediti. Di questo tenore è l’ottimo saggio di Marta Guerra (pp.37-46) che propone, accuratamente commentate e introdotte storicamente, alcune fonti archivistiche relative alla formazione artistica di Leon Battista Alberti a Bologna. Segue un dettagliato intervento di Paulina Spiechowicz sull’umanista Filippo Beroaldo il Vecchio e sulla sua intermediazione culturale fra Bologna e Parigi. Concludono la sezione i saggi della storica bolognese Angela de Benedictis sul giurista tedesco Christoph Scheurul  e Giovanna Perini con  una puntuale rassegna e analisi storico critica relativa alla letteratura artistica bolognese o su Bologna tra il Quattrocento e Cinquecento, con un occhio di riguardo alla disputa sulla nobiltà dell’arte di Benedetto Varchi e ai suoi protagonisti felsinei fra cui spicca l’erudito Giovanni Filoteo Achillini in contrapposizione alla cultura padovana dell’epoca. L’interesse nei confronti della letteratura artistica locale si inserisce in un contesto più ampio che partendo dallo studio dell’incisione con figure come Durer, Raimondi e Bonasone, giunge  anche alla critica novecentesca con riferimenti al Longhi.

 

          Quest’ultimo intervento funge altresì da trait d’union con la seconda macrosezione che affronta più segnatamente e con un ricco apparato iconografico di supporto, i concetti di prospettiva, antiquaria e incisione, proponendo sviluppi monografici relativi a Durer e al suo soggiorno italiano. Interessanti gli interventi di Anja Grebe, che propone un’attenta analisi del Trattato sulla prospettiva dell’incisore tedesco e, in linea di continuità, quello di Laura Aldovini, giovane studiosa milanese che pone a confronto l’arte grafica dureriana con quella dell’ancora poco noto Marcantonio Raimondi.

 

          Segue una approfondita indagine di Sabine Frommel sulle figure, ancora capaci di schiudersi a varie interpretazioni e prospettive di ricerca, degli architetti Sebastaino Serio e Francesco Primaticcio. Frommel indaga la loro fortuna e la funzione di intermediazione fra la cultura artistica e architettonica bolognese e francese nella prima metà del XVI secolo. Il testo vieneseguito da un intervento di Dominique Cordellier che tratta dei medesimi artisti in un contesto ancora più ampio, che incorpora anche le figure meno note di  Lorenzo Penni e Jean Goujon. La sezione si conclude con un saggio fondamentale per comprendere la natura internazionale e poliedrica di Bologna. Il testo, a firma Sandro De Maria-Simone Rambaldi pone in rassegna, attraverso una coerente proposta di immagini e documenti,  gli aspetti più interessanti della cultura antiquaria bolognese fra XV e XVII secolo ed è seguito, primi saggi della terza sezione, da due complessi articoli che descrivono l’attività dell’architetto rinascimentale bolognese Ridolfo "Aristotele" Fioravanti e dell’influsso che ebbe in  ambito sia italiano (Milano, Firenze, Bologna) (p. 233) che internazionale (Ungheria, Russia…) (p. 243). La sezione, dedicata specificamente all’architettura e alle fortificazioni, pone poi l’accento su alcune figure di spicco dell’architettura locale che si spostarono in ambito europeo portando con loro un bagaglio culturale e di conoscenze, tra questi ricordiamo: Alessandro Pasqualini  (si veda l’ottimo saggio di C.L. Frommel), Francesci de Marchi (p.273) e Vincidor di Bologna (p.309).  La sezione si conclude con un case study innovativo ovvero l’analisi e la proposta dei primi risultati dell’indagine, svolta da Sara Benzi,  relativa all’ipotesi che la cappella di San Saturnino a Fontainebleau fosse il risultato della contaminazione del linguaggio locale con quello importato in Francia dagli artisti bolognesi invitati a  corte.

 

          L’ultima sezione è invece, dedicata ai casi emblematici nella cultura artistica bolognese del XVI secolo. I testi proposti affrontano con coerenza alcuni aspetti della diffusione del patrimonio artistico bolognese e si dipanano fra studi relativi alla cultura libraria (interessante l’analisi della consistenza della biblioteca di San Gerolamo della Certosa di M.G. Tavoni, p.337) e ricerche di carattere più prettamente storico artistici. Di questi ultimi utile ricordare il contributo di Nicole Dacos (p.351) relativo alla diffusione del raffaellismo nei Paesi Bassi e i successivi interventi di Simone Twienhaus e Michele Daniele che affrontano l’ancora poco esplorato problema delle interazioni fra cultura fiamminga e bolognese.

 

          In ultima analisi il volume risulta essere un primo ricapitolativo strumento per coloro che intendano studiare, in ambito generale, o secondo specifici interessi, la varia e poliedrica realtà bolognese rinascimentale.

 

                                                                                                                                             

Si riporta di seguito, per completezza, l’indice degli interventi:

Frommel, Sabine: Introduzione. – p. 7-12

Anselmi, Gian Mario: Rinascimento e rinascimenti. – p. 15-23

Chines, Loredana: Il dominio della parola tra filologia, poesia e immagine nell’umanesimo bolognese. – p. 25-36

 Guerra, Marta: La formazione di Leon Battista Alberti a Bologna. – p. 37-46

 Frassica, Pietro: Scrittura e dissensi nella feconda stagione bolognese di Gian Mario Filelfo. – p. 47-52

Spiechowicz, Paulina: Contributi e intermediazione. – p. 53-60

Olmi, Giuseppe: Bologna nel secolo XVI. – p. 61-80

De Benedictis, Angela: Un umanista tedesco tra Bologna e Norimberga, tra le due guerre d’Italia e la Riforma in Germania. – p. 81-90

Perini, Giovanna: Bologna e la letteratura artistica tra Quattro e Cinquecento. – p. 91-101

Grebe, Anja: Albrecht Dürer e "l’Arte segreta della prospettiva". – p. 105-118

Fadda, Elisabetta: L’Apelle vagabondo e Agostino delle Prospettive. – p. 119-132

Aldovini, Laura: Bologna 1506. – p. 133-146

Faietti, Marzia: 1506. – p. 147-164

Frommel, Sabine: Innovazione tramite mediazione. – p. 165-185

Cordellier, Dominique: Primaticcio, Serlio, Lorenzo Penni e Jean Goujon tra Bologna e Francia. – p. 187-202

De Maria, Sandro; Rambaldi, Simone: Vetera rerum exempla. – p. 203-230

Ghisetti Giavarina, Adriano: Le opere di Aristotele Fieravanti in Italia. – p. 233-242

Švidkovskij, Dmitrij O.: Aristotele Fieravanti in Russia / Dmitry O. Shvidkovsky. – p. 243-256

Frommel, Christoph Luitpold: Alessandro Pasqualini e l’architettura bolognese / Christoph L. Frommel. – p. 257-272

Lamberini, Daniela: Architettura civile e militare del capitano bolognese Francesco De Marchi, uomo di corte e trattatista nell’Europa del Cinquecento. – p. 273-290

 Viganò, Marino: Ingegneri militari bolognesi all’estero nel XV e XVI secolo. – p. 291-307

De Jonge, Krista: Importazione, invenzione, assimilazione. – p. 320

Benzi, Sara: La cappella di San Saturnino a Fontainebleau. – p. 321-334

Tavoni, Maria Gioia: Nella Biblioteca di San Gerolamo della Certosa di Bologna, uno spaccato librario di rilevanza europea. – p. 339-350

Dacos, Nicole: Tommaso Vincidor e la diffusione del raffaelismo nei Paesi Bassi. – p. 351-363

Sassu, Giovanni: Attorno all’imperatore. – p. 365-380

Fortunati Pietrantonio, Vera: Nuove considerazioni sul viaggio di Prospero Fontana in Francia / Vera Fortunati. – p. 381-394

Bianchi, Ilaria: Tra Bologna e l’Europa. – p. 395-407

Marías, Fernando: Tibaldi all’Escorial. – p. 409-444

Ghirardi, Angela: Bartolomeo Passerotti, pittore di genere, e i modelli fiamminghi tra ossequio e divergenza. – p. 445-456

Twiehaus, Simone: Dal nord a Bologna. – p. 457-468

Danieli, Michele: Gli incisori fiamminghi di Dionisio Calvaert. – p. 469-482